LA RICERCA DELLA LONGEVITÀ

Se ascoltiamo la storia di tutti i centenari in tutto il mondo, non sentiremo mai parlare di una pozione magica che hanno assunto per raggiungere la longevità.

Ognuno di loro ha avuto una vita semplice, ma ricca di relazioni sociali; ha trascorso la vita affrontando molte difficoltà, ma mai da solo e con il sorriso sulle labbra; ha seguito un'alimentazione sana, ricca di cibi naturali presi da ciò che il cuore può offrire loro, e ha praticato il digiuno; è stato sempre attivo, passando la maggior parte della giornata a lavorare la terra, ad allevare i propri animali o a prendersi cura della famiglia. Possiamo dire una vita semplice, ma questo è il vero segreto di ciò che cerchiamo ogni giorno... vivere più a lungo e in salute!

Oggi il mondo scientifico ha aumentato il suo interesse per la longevità, cercando di trovare i fattori genetici e ambientali che influenzano questo importante processo.

Come possiamo definire questo concetto?

La longevità è strettamente correlata all'apertura della salute, cioè al periodo di vita che trascorriamo in buona salute; possiamo vivere molti anni, ma è importante trascorrerli in buona salute per ottenere un invecchiamento di successo e goderci la nostra vita fino alla fine.

Negli ultimi decenni non è così facile raggiungere questo obiettivo, perché siamo sempre di fretta o troppo sedentari, raramente prestiamo attenzione a ciò che mangiamo e, purtroppo, passiamo molto tempo preoccupati, tristi o stressati. In quest'ottica è evidente la grande distanza da uno stile di vita che ci permetta di vivere meglio.

Tutti questi fattori ambientali, oltre al fumo, al consumo di alcol e all'inquinamento, sono responsabili di un'infiammazione cronica che coinvolge ogni parte del nostro organismo e ci mette a rischio di sviluppare le cosiddette malattie non trasmissibili e, di conseguenza, un invecchiamento precoce.

L'invecchiamento è un processo biologico e naturale causato dal progressivo accumulo nel tempo di modificazioni morfologiche, cellulari e molecolari, ma anche sociali e psicologiche. Tuttavia, questo processo diventa patologico se aumentiamo il livello di stress: assisteremo a un declino più rapido di diverse funzioni biologiche, a causa di una risposta allo stress più elevata e costante ai diversi fattori ambientali.

Lo stress ossidativo aumenta e le nostre cellule diventano meno efficienti nel riparare i danni al DNA, il che predispone all'apoptosi, alla senescenza e all'infiammazione.

È quindi importante comprendere le basi genetiche di questo processo critico e il modello alimentare che può contrastarlo, in modo da promuovere la longevità. Nel Longevity Institute dell'USC, il professor Valter Longo e il suo team stanno studiando da tempo tutti i meccanismi che caratterizzano questo processo, per trovare una possibile soluzione per rallentarne l'evoluzione.

Nei primi studi preclinici, effettuati su modelli animali, hanno individuato i tre principali attori di un invecchiamento precoce, ovvero mTOR, IGF-1 e PKA. Se inibiamo l'espressione di questi fattori, è possibile ridurre lo stress ossidativo e aumentare la riparazione del DNA, rallentando così il processo di invecchiamento. Inoltre, viene promosso un altro importante processo, fondamentale per raggiungere la longevità: l'autofagia, un meccanismo di riciclo citoplasmatico che contrasta l'accumulo di organelli e proteine danneggiate.

Come possiamo promuovere questo processo?

L'intervento nutrizionale più potente è il digiuno, come ci insegnano i centenari. Limitando le calorie e specifici nutrienti, in particolare carboidrati semplici e proteine, possiamo rallentare l'invecchiamento e agire contro tutte le conseguenze negative legate a questo processo. Quindi, la restrizione calorica può essere vista come uno stress lieve che aiuta l'organismo ad adattarsi e a raggiungere una maggiore resistenza per affrontare fattori gradualmente più stressanti.

Il team ha studiato, in particolare, una dieta che imita uno stato di digiuno di 4 giorni nei topi e di 5 giorni negli esseri umani, con risultati incoraggianti:

  1. nei topi ha promosso una rigenerazione multisistemica;
  2. ha ridotto il grasso viscerale
  3. ha abbassato i livelli di IGF-1 e l'attività della PKA;
  4. ha ringiovanito il sistema immunitario
  5. ha ridotto le lesioni cutanee
  6. ha migliorato l'apertura della salute e le prestazioni cognitive;
  7. negli esseri umani ha dimostrato di ridurre in modo significativo tutti i fattori di rischio e i biomarcatori legati alle malattie dell'invecchiamento, come l'IMC, la pressione sanguigna, il grasso corporeo e l'IGF-1.

Questa dieta che imita il digiuno fornisce tutti i macro e micronutrienti necessari per mantenere il nostro organismo ben nutrito, inducendo al contempo i benefici cellulari, metabolici ed emotivi di un digiuno. Alla luce di questi risultati incoraggianti, la ricerca scientifica alla base della FMD è tuttora in corso, in diversi ambiti medici e nutrizionali, con la speranza di utilizzare questa dieta originale per promuovere la salute e perseguire la longevità di ognuno di noi.